"Pressioni indebite" dai sindacati di polizia. Il premier Matteo Renzi non ha ancora smaltito la rabbia per lo sciopero generale evocato una settimana fa di rappresentanti delle divise che protestano contro il 'tetto' che blocca ormai dal 2010 gli stipendi del comparto. Intanto, i sindacalisti continuano il loro tour di incontri con le forze politiche: dopo il M5S e i Popolari per l'Italia, oggi sara' la volta di Silvio Berlusconi. Mentre I ministri di Interno e Difesa, Angelino Alfano e Roberta Pinotti, si dicono convinti di riuscire a racimolare le risorse necessarie (circa 800 milioni di euro) per lo sblocco degli stipendi dal 2015, Renzi torna ad accusare le organizzazioni sindacali ed i Cocer dei militari. "Bisogna chiarire in modo inequivocabile - dice nel corso della riunione della direzione Pd - che i sindacalisti delle forze dell'ordine non possono permettersi di evocare forme di protesta contro la legalità. Non è consentito a nessuno utilizzare una discussione vera e reale per esercitare una pressione indebita. Se c'è chiarezza ci mettiamo intorno a un tavolo per parlare del blocco stipendi" -ha detto Renzi. Il premier probabilmente non si rende conto di cosa significhi, per lavoratori che percepiscono 1400 euro al mese, avere gli stipendi bloccati. Proprio lui che spudoratamente ha fatto campagna elettorale utilizzando il bonus degli 80 euro, che non ha avuto gli effetti sperati sull'economia, non capisce l'importanza per una famiglia di poter contare su uno scatto di stipendio di trenta euro, perche' di questo stiamo parlando rispetto all'impegno delle nostre forze dell'ordine per la sicurezza dei cittadini che dovrebbe ottenere ben altri e piu' importanti riconoscimenti. Le giuste rivendicazioni del personale dei comparti sicurezza, difesa e pubblico soccorso non possono non essere soddisfatte in uno Stato che crede nei propri servitori e li valorizza: lo sblocco delle carriere nel 2015; attingere dal fondo perequativo risorse a garanzia del comparto per il 2014; bloccare gli affitti d'oro di caserme e commissariati attraverso l'utilizzo di beni demaniali e confiscati; 8 per mille al comparto sicurezza, sono alcune tra le proposte operative emerse dagli incontri per trovare le risorse necessarie alla copertura definitiva e strutturale dell'incremento dei tetti salariali. E bene stanno facendo i sindacati a tenere alto il livello di attenzione su un tema scottante e urgente su cui il nostro paese si gioca la sua credibilita'. Intanto, la Consulta sicurezza - l'organismo sindacale composto da Sap (Polizia), Sappe (Polizia Penitenziaria), Sapaf (Corpo Forestale) e Conapo (Vigili del Fuoco) - apprezza la solidarietà arrivata dal Parlamento e chiede "una vera riforma dell'apparato della sicurezza, riducendo sprechi e duplicazioni. Restiamo in attesa di essere ricevuti dal premier Renzi che -sottolineano - ad oggi è ancora 'latitante'".
Statali: Renzi, pressioni indebite da sindacati ps

17/09/2014 commenti (0)